Addio ad Aretha Franklin, ci lascia la più meravigliosa delle voci

è morta Aretha Franklin

Aretha Franklin non c’è più. È morta lo scorso 16 agosto nella sua casa di Detroit a causa di un tumore che da tempo l’aveva allontanata dal palcoscenico. Eppure, come succede per i grandi, per gli eletti, Aretha è ancora viva, restano le sue canzoni, la sua straordinaria forza, quella voce inimitabile che ha cambiato le sorti di molti musicisti. Lady Soul non può morire davvero!

Un destino in musica

Ci sono passioni che non si scelgono, arrivano e basta come una febbre, ci cambiano e definiscono il nostro destino, persino il nostro DNA. Questo è quello che è successo ad una giovanissima Aretha Franklin, figlia di un predicatore battista e di una cantante gospel. Che poi se la tua città di origine è Memphis non hai altra scelta che la musica come condizione stessa di vita.

Aretha canta insieme alle sorelle, suona il piano, anche difronte a 5000 fedeli.  Li tiene in pugno, li ipnotizza, con quel vibrato che farà la storia. Sembra che Dio sia proprio lì accanto a lei, a guidarne i movimenti, nell’estasi di una nota.

Ed è proprio in chiesa, appena quattordicenne, che viene notata  dal mitico Berry Gordy, padre della Motown Records, che avrebbe accolto di lì a poco nomi come i The Miracles, Marvin Gaye, The Supremes. Ma solo la Columbia riuscì ad averla, seppure per poco, perché alla fine degli anni Sessanta l’incontro con i produttori Jerry Wexler e Arif Mardin dell’Atlantic cambio per sempre la sua vita definendo una volta per tutte la sua identità di donna afro – americana e di musicista.

«When I went to Atlantic, they just sat me down at the piano and the hits started coming»

La voce degli oppressi

Era il 1967, Aretha Franklin reinterpreta un vecchio brano di Otis Redding, Respect, trasformandolo in un inno contro l’oppressione delle minoranze, un manifesto delle lotte dei movimenti femministi e per i diritti civili. L’anno seguente incide Think, che il film The Blues Brothers trasformerà in un successo mondiale. Sono anni gloriosi per la sua carriera, vince per otto anni consecutivi il Grammy Awards nella categoria R&B, tanto che qualcuno vuole cambiare il nome del premio con il suo. Ma sono anche anni di rivoluzioni e lotte, di cui diventa corpo e voce. L’orgoglio del popolo nero, l’indipendenza e la dignità delle donne, la libertà di tutti gli artisti di esprimersi e di esserci.

Continuerà ad esprimersi, canterà all’insediamento di Obama nel 2009 e altre volte alla Casa Bianca, ma si rifiuterà di farlo con Donald Trump.

Anima e impegno

Aretha Franklin era più di una voce. In un articolo su repubblica.it Ernesto Assante scrive:

“Aretha ha saputo raccontare la vita come nessun’altra cantante è mai riuscita a fare. Soul, gospel, blues, ma anche pop, rock, jazz, canzone, non c’è nulla che Aretha non abbia cantato in maniera magistrale, imponendo al mondo della vocalità il suo stile, la sua personalità, la sua passione. Non c’è cantante, uomo o donna che sia, che non debba a lei qualche cosa, anche quelli che sembrano stilisticamente o tecnicamente più lontani, perché Aretha ha trasformato l’uso della voce in una meravigliosa arte, complessa e raffinata”

Ci mancherà pur sapendo che continuerà a vivere, immortale, nelle sue canzoni. Bye bye Queen!